30 marzo 2009
citta etica Pachino pagine recuperate
Laboratorio per il Cambiamento
CITTA’ ETICA RINGRAZIA IL CANDIDATO SINDACO CORRADO RUSCICA
lunedì 5 giugno 2006 2.00
Abbiamo avuto modo di leggere il programma elettorale del candidato sindaco Corrado Ruscica e quello di qualche altro candidato.
Siamo convinti che le parole dovrebbero ricevere un trattamento migliore di quello che comunemente se ne fa in ambito politico, nel senso che dovrebbero sempre essere trasparenti e contenere … verità.
Siccome questo comunemente non avviene e ci troviamo sempre ad assistere allo spettacolo di candidati di ogni tipo che pronunciano belle parole e redigono sensatissimi programmi elettorali, allora ci tocca filtrare le belle parole alla luce della storia personale dei candidati medesimi.
Per fare un esempio, ascoltare un candidato con un passato politico “ondivago” (cioè una volta di qua un’altra di là) scagliarsi contro i trasformisti della politica non fa un bell’effetto.
Alla persona di Corrado Ruscica ed alla sua coerente militanza politica non viene difficile associare le belle parole contenute nel suo programma elettorale e trovare quegli elementi di trasparenza e verità a cui abbiamo accennato.
Ma, avendo Città Etica scelto di non concorrere direttamente in questa campagna elettorale, la presente non vuole essere un appoggio o una aperta indicazione di voto per la candidatura di Corrado Ruscica.
Non possiamo tuttavia non rilevare, che il programma elettorale presentato conclude la sua esposizione con un richiamo diretto alla necessità di un “Codice Deontologico che definisca regole di comportamento” per sindaco, assessori e consiglieri, esattamente come Città Etica ha chiesto fin dal suo esordio, sintetizzandolo in un apposito documento.
Un ringraziamento a Corrado Ruscica per l’attenzione e la sensibilità.
Convegno “Studiare da Consigliere” e Riflessioni sulle Elezioni Amministrative
lunedì 5 giugno 2006 2.00
Sabato 20 e Domenica 21 maggio si e' tenuto presso i locali del ristorante Kick-Off in Pachino il convegno organizzato da Città Etica intitolato “Studiare da Consigliere”.
L'idea originaria era quella di strutturare un vero e proprio percorso formativo per aspiranti consiglieri comunali, utile per fornire un bagaglio minimo di conoscenze tecniche e normative a tutti coloro interessati a candidarsi oppure semplicemente curiosi dei meccanismi che regolano un assemblea cittadina.
Avevamo valutato di avere un bacino d'utenza potenziale molto elevato, considerando che l'iniziativa ha coinciso con la presentazione delle liste e l'inizio della campagna elettorale per il rinnovo del Consiglio Comunale e per l'elezione del Sindaco.
Tutti sapranno infatti (poiché non è azzardato pensare che la cosa tocchi quasi ogni famiglia) che concorrono la bellezza di 356 candidati ripartiti in ben 19 liste, cifra sicuramente non indifferente.
Confessiamo che abbiamo gongolato pensando di attirare nel nostro convegno anche solo una piccola percentuale di questo esercito di aspiranti consiglieri comunali. Ci siamo quindi attrezzati per pubblicizzare la cosa con gli scarsi mezzi di cui disponiamo (poiché noi ci autofinanziamo) avendo cura in particolare di recapitare il nostro volantino con il programma dell'evento presso ogni segreteria o coordinamento di partito, comitato elettorale, sede di lista civica.
I partecipanti sono stati 1 su 356 pari alla mirabolante percentuale dello 0,28 %.
Ora potrebbe sembrare che Città Etica voglia ironizzare su questo dato, magari per nascondere la delusione di essere stati snobbati (fervono comizi, incontri e cene preparatorie) o forse (non siamo in grado di affermarlo) boicottati dai protagonisti della politica, oppure per nascondere i nostri difetti organizzativi o le nostre carenze in tema di comunicazione (e ci stanno sia gli uni che le altre).
Allora chiariamo subito che non ci interessa ironizzare o polemizzare.
Né siamo interessati a recriminare perché, oltre a quell'unico candidato consigliere, hanno frequentato il convegno una nutrita schiera di associati e simpatizzanti di Città Etica che hanno potuto apprendere una quantità di informazioni utilissime vista anche la grande professionalità e preparazione tecnica dei relatori, informazioni che torneranno sicuramente utili per valutare il lavoro del futuro Consiglio Comunale.
Quindi ricapitolando non vogliamo ironizzare, recriminare, polemizzare.
Non ci resta che riflettere e chiedere a tutti i 355 candidati (uno pare che lo abbia già fatto) nonché ai responsabili e coordinatori di liste e partiti politici ed in generale a tutti i cittadini elettori di fare altrettanto.
Ma riflettere su cosa?
Se ci è consentito vorremmo offrire alcuni spunti di riflessione per ciascuno dei protagonisti sopra citati:
a) Ai candidati consiglieri comunali diciamo che è logico (oltre che essere un atto dovuto) pensare che molti dei nomi che hanno accettato di partecipare alla competizione elettorale lo abbiano fatto per puro spirito di servizio e con la voglia di mettere la propria competenza a disposizione della collettività, competenza che tra l’altro diamo per scontata visto che nessuno sente il bisogno di avere o ritoccare la propria specifica formazione. Tant’è che, a leggere i manifesti e volantini elettorali che hanno invaso la città, ricorrono i più disparati slogan ma i termini più gettonati sono sempre: “competenza”, “concretezza”, “cambiamento”, “servizio”, “impegno”, per non dire di coloro che dichiarano di avere come solo interesse Pachino o di avere Pachino nel cuore. Tutto ciò è oltremodo lodevole, ma è difficile scollarci di dosso il ricordo di tanti Consigli Comunali oggettivamente scadenti sotto il profilo delle risorse umane che non hanno certo brillato per competenza, concretezza, cambiamento, ecc. Soprattutto, spiace evidenziarlo, i passati consiglieri comunali non hanno (tranne sporadiche eccezioni) mostrato spirito di indipendenza da una parte e coerenza dall’altra. Quasi sempre, il consigliere comunale vota per ordine di scuderia e lo fa … a prescindere. Non importa di quale provvedimento si stia trattando il Consigliere non fa alcuna valutazione sulla effettiva necessità o dannosità di un determinato atto. Conta la valutazione del partito o del gruppo o della maggioranza o della coalizione e le particolari esigenze di queste formazioni. Soddisfatto questo basilare requisito può anche capitare che l’adozione o la mancata adozione di quel provvedimento sia utile o meno alla cittadinanza ma non è certo la principale preoccupazione. Dall’altra parte vi sono i casi, tutt’altro che sporadici, nei quali consiglieri comunali manifestano un grandissimo spirito di indipendenza che li fa addirittura sentire indipendenti anche dal proprio “corpo elettorale”, cioè, da coloro che li hanno votati, e sono tutti quei casi in cui, insoddisfatti per la scarsa visibilità personale, o il mancato ottenimento di qualcosa per se o per i propri amici o parenti, questi consiglieri comunali allegramente emigrano da una formazione politica ad un’altra e, addirittura, da una coalizione ad un’altra. Questa la riflessione che consegniamo ai candidati consiglieri comunali: siete pronti a mostrare spirito di indipendenza (valutando un provvedimento in termini di utilità per la collettività e non per il proprio gruppo politico o, peggio, per se stessi) e coerenza (scegliendo di rimettere il mandato piuttosto che cambiare bandiera)?
b) La seconda riflessione la affidiamo ai responsabili e coordinatori di partiti e liste civiche che partecipano a queste elezioni. I nostri interventi “politici” (perchè Città Etica si occupa anche di politica) fino ad oggi si sono sempre sostanziati nella richiesta di abbandonare l'idea imperante della politica come ricerca ed esercizio del potere al servizio di pochi (o pochissimi) per favorire un idea di politica come ricerca di dialogo e convergenze finalizzate alla “buona amministrazione” intendendo per tale quella che ricerca il bene della collettività, ovvero di tutti (e quindi, ribadiamo, né dei singoli né di singole categorie). La semplice manifestazione di questa idea ci ha, finora, attirato più antipatie che simpatie e per rendersene conto basta leggere le cronachette pachinesi disseminate qua e là sulla stampa o su internet nonché ascoltare le voci che circolano. Vari detrattori (con i quali non intendiamo inscenare gli stucchevoli batti e ribatti polemici sui quali si basa quasi tutta l'informazione politica praticata dalle nostre parti) ci accusano di “fare politica non facendola”, o di non “volerci sporcare le mani” e di “guardare con le lenti del pregiudizio”, nonché, infine di presentarci come “intellettuali da strapazzo ... che si sentono pure onesti”. Pare quindi di capire che ormai ci siamo ridotti al punto per cui l'onestà pubblicamente richiesta (oltre che praticata) é da considerare un disvalore e che, se viene richiesta in ambito politico, diventa una mera “rottura di cabasisi” (per dirla alla Camilleri/Montalbano). Allora quello che chiediamo di fare ai “responsabili politici” di partiti e liste è di riflettere se il problema che evidenziamo è reale e se vale la pena di affrontarlo e discuterlo o se è solo una paranoia che ci poniamo noi e migliaia di cittadini schifati dai modi della politica?
c) Terza ed ultima riflessione vogliamo affidarla agli elettori, ovvero a quelli che, in definitiva, hanno (avrebbero) il potere reale e hanno il diritto di pretendere che la politica e l’attività amministrativa che tante persone con tanto zelo vorrebbero praticare, vengano esercitate ad esclusivo beneficio di tutti. Questi elettori in questo periodo vengono avvicinati da parenti, amici, semplici conoscenti e perfetti sconosciuti, e viene richiesta la loro disponibilità a votare tizio o caio. Sorvoliamo, relegandole a leggende metropolitane, su aberranti dicerie relative a voti di scambio, voti comprati, voti estorti, augurandoci che non sia vero o che, se lo fosse anche solo al 10%, si possa formare una nuova coscienza civica tale da portare a precise denunce ed a decisi passi della magistratura. Ipotizzando invece che i rapporti candidati/elettori siano più o meno normali, noi chiediamo agli elettori di riflettere su ciò che il candidato di turno gli dice e come glielo dice. Gli chiediamo anche di “farsi un’opinione” su ciò che si è sentito dire ed infine tentare un’analisi sui motivi per cui dovrebbe dare il voto a chi glielo chiede. Insomma chiediamo all’elettore una cosa enorme che di solito non è abituato a fare …… pensare con la propria testa. Nel fare tutto questo sarebbe utile per l’elettore non farsi condizionare da nessuno dei seguenti elementi: propaganda (tutti sono in grado di spendere belle parole ma è meglio giudicare soprattutto dalle azioni passate); grado di parentela; grado di amicizia; scale gerarchiche varie (datore di lavoro, capo ufficio, direttore di vario tipo, ecc.); e soprattutto promesse di natura personale. Non fatevi abbindolare da chi promette tutto a tutti - e state sicuri che c’è gente che lo fa - perché concorre solo ad un posto di consigliere o, al più, di sindaco, ruoli per i quali (anche se è molto bravo) potrà fare favori solo a qualche mezza dozzina di persone e non certo alle varie centinaia i cui voti gli servono.
Serata Oliviero Beha
lunedì 5 giugno 2006 2.00
Nella serata di venerdì (19/5) Città Etica ha avuto il privilegio di ospitare il notissimo giornalista radio-televisivo, pubblicista per le più diffuse testate giornalistiche nazionali e graffiante scrittore ed opinionista.
L’evento è stato seguito da un pubblico numeroso ed attento.
Beha ha spaziato su una serie molto vasta di argomenti parlandoci di: giornalismo in generale e del ruolo del giornalista contemporaneo in particolare ponendo l'accento sui condizionamenti e sulla troppo frequente mancanza di indipendenza; di politica e degrado; di sport (inteso come calcio) e degrado; di società e degrado.
Beha, da intellettuale ferocemente attaccato alla propria visione di un giornalismo risolutamente indipendente dai poteri politici ed economici e, quindi, per nulla disposto a barattare al propria "libertà di pensiero", ha offerto argomenti di riflessione portando ad esempio la propria, contrastata vicenda professionale di giornalista RAI.
Inoltre ha illustrato la sua personale chiave di lettura dei fenomeni italiani dove, dietro una lacerante contrapposizione che ha da tempo perso ogni senso della misura tra destra e sinistra, tra garantismo e giustizialismo, tra laicismo e fondamentalismo, si cela l'unica vera religione universalmente praticata del perseguimento del profitto e del potere (soprattutto economico) ad ogni costo.
Tuttavia, dopo aver delineato lo sconsolante quadro di questa povera Italia del 2006 (tra berlusconismo, indagini “piedi puliti”, scandali grandi e piccoli, biblici crac aziendali, povertà di risorse e di idee e dittature mediatiche), Beha, alla fine, trova il modo di consolarci definendosi, nondimeno, un inguaribile ottimista, per il semplice fatto di non aver ancora perduto la capacità di indignarsi, e per riuscire ad affermare (come fa nel suo ultimo libro “Diario di uno spaventapasseri”), a proposito di ciò che sostanzialmente, dodici anni fa, decretò le fortune del partito azienda e la nascita del cosiddetto Polo delle Libertà: “… Sbaglio del tutto, nel mio astigmatismo politologico, o ci sono (oggi) le condizioni per una Publitalia al contrario, una Publitalia dei valori, del disincanto, della trasparenza, di un’etica e di una responsabilità ormai indilazionabili di fronte al precipizio?”.
Incontro con Oliviero Beha
giovedì 18 maggio 2006 2.00
UN PASSO INDIETRO…..
lunedì 8 maggio 2006 2.00
Ci scuseranno l'irriverenza i signori di quella che è stata per una brevissima stagione, vale a dire lo spazio di un paio di settimane, l'Unione di Pachino, ma quella che si è inizialmente presentata come una bella favola assomiglia oggi ad una tragicomica o al più, ad una favola monca. Oggi l'Unione appare essere la favola di Biancaneve e i sette nani ..... senza Biancaneve.
Fine della metafora.
Serietà ci imporrebbe di tentare un'analisi quanto più oggettiva possibile, ma, oggettivamente ... non riusciamo ad esprime altro che sconcerto: per la labilità della memoria di ciò che è avvenuto e per il protagonismo che, da solo, sembra essere l'unica molla che spinge a far politica.
Così ci tocca ancora assistere alle stesse cose che vorremmo disperatamente lasciarci alle spalle, ovvero: autocandidature di chi crede ciecamente solo nelle proprie capacità ed altrettanto ciecamente rifiuta aperture e dialogo; calcoli su chi ha o ritiene di avere più numeri e quindi più forza contrattuale; accordi sotterranei che di notte cambiano le carte di accordi palesi scritti di giorno; posizioni rigide e massimaliste che invocano accordi e contemporaneamente li impediscono.
Sissignori …. va di nuovo in onda “la Vecchia Politica”.
Così, tanto per dire le cose come stanno, è bastato che si cominciasse a parlare di chi candidare a Sindaco per disunire l’Unione di Pachino, che oggi infatti … non c’è più.
L'intento unitario si è fermato solo al nome della coalizione, che si è ormai avviata a presentarsi alla competizione elettorale spaccata in più parti (alla faccia della coalizione) e con propri candidati.
Sulla ricerca delle colpe di tale stato di cose ognuno potrà esercitarsi come vuole e secondo il grado di obiettività che è in grado di esprimere.
Città Etica ha già espresso un suo parere al riguardo nell'appello datato 8/3/06 e per tutta risposta ha avuto il silenzio di tutti i gruppi dell'Unione ed una sarcastica e canzonatoria lezione sul tema dell'etica impartitaci dal Coordinatore di Rinascita di Pachino dal quale avremmo gradito più risposte e meno ironia, avendo noi evidenziato questioni concrete e non raccontato barzellette.
Non ci interessa scendere in polemica ma chiariamo una volta per tutte:
se in qualunque momento Città Etica ha dato una impressione di se che ha lasciato intravedere un atteggiamento di sufficienza o un malcelato complesso di superiorità verso chicchessia questo è stato sicuramente involontario poiché l’unico vero intento è stato quello di non rimanere più spettatori passivi del degrado della vita politica ed amministrativa e la scelta di parlare. E riteniamo che questo sia stato fatto con parole chiare ma anche con molta umiltà come dimostra la scelta di non scendere in competizione diretta con i soggetti politici e, d'altra parte, se chiediamo a costoro l'esercizio dell'umiltà, non potremmo non praticarla;
se,viceversa, è specifico intento dei vari soggetti politici quello di ignorare volutamente o ironizzare sulle cose che Città Etica va dicendo perché considerano che non essendo (appunto) “scesa in campo” allora non conta niente oppure perché gli si chiede di cambiare i modi della politica maneggiona che, invariabilmente, passa sopra le teste dei cittadini e mira solo a soddisfare le ambizioni di carriera politica di pochi soggetti, allora Città Etica … NON CI STA'!
Noi siamo parte (piccola o grande che sia) dei cittadini che abitano questo luogo nonché di quei cittadini presenti al momento dell'assunzione del solenne impegno preso davanti a Rita Borsellino.
Quell'impegno si sostanziava in una promessa fatta di ricercare ogni possibile strada per non consentire che si ripetessero le tragiche esperienze amministrative del passato più o meno recente e non consegnare supinamente il governo della città ai comitati di affari.
I cittadini che guardano e sperano nell'Unione ci hanno creduto dimostrandolo con il loro massiccio intervento alla manifestazione ... noi ci abbiamo creduto.
Ma con quanto dimostrato fino ad ora bisogna constatare che quello che pensa e spera la gente comune non è prioritario per molti dei politici che hanno inteso collocarsi nell'Unione.
Così però, sia ben chiaro, che l'Unione non va da nessuna parte.
Si… coloro che si sono assunti la responsabilità di sfasciare la coalizione per motivi vari (imposizione o preconcetto rifiuto di candidature, rifiuto delle primarie, intransigenza e rifiuto di dialogo), potranno forse pensare di giocarsela ai voti per puntare ad un ballottaggio nel quale le altre forze amiche (?!?), che escono battute al primo turno, non avendo alternative, si troveranno costrette ad aggregarsi contrattando il proprio appoggio in termini di poltrone e deleghe. E se questo, miracolosamente, alla fine riesce a dare un risultato, ovvero un Sindaco, allora prepariamoci a vivere un ulteriore stagione di equilibrismi politici o di balletti assessoriali simile a quanto già visto troppe volte.
Come dicevamo …. “vecchia Politica”.
Ma è mai possibile che non si sia ancora compreso che bisogna andare oltre?
Quello che c'era da fare era ben chiaro e l'inizio era perfino azzeccato:
a) si doveva costruire la coalizione (come si è fatto);
b) poi occorreva accordarsi su un nome di altissimo profilo da candidare a Sindaco escludendo auto-candidature o superando veti incrociati, magari con il ricorso alle primarie per dare la parola ai cittadini o, in alternativa, con una seria trattativa ad oltranza di quelle, per intenderci, in cui si antepone la volontà di addivenire ad un accordo ad ogni altra considerazione personalistica e ci si alza dal tavolo solo ad accordo raggiunto;
c) il candidato Sindaco con le indicazioni dei responsabili delle forze politiche della coalizione, e con pari dignità fra le medesime, avrebbe dovuto predisporre il suo programma (qualcuno ha fatto caso che ci sono fra centro-sinistra e centro-destra almeno 6 o 7 candidati e nessun programma!!!) che tutti avrebbero dovuto sottoscrivere impegnandosi a realizzarlo in caso di elezione, pena le dimissioni ed il ricorso a nuove consultazioni elettorali;
d) il candidato sindaco ed i responsabili delle forze politiche della coalizione avrebbero dovuto altresì definire ed accordarsi subito su regole precise da seguire per definire i rapporti di forza e la possibile ripartizione delle future cariche assessoriali sulla base degli esiti del voto;
e) infine tutte queste intese avrebbero dovuto sostanziarsi in un documento ed essere blindate con la sottoscrizione di tutti e portate a conoscenza dell'elettorato con l’impegno di governare unitariamente, vale a dire senza trucchi, pena l’esclusione dalla coalizione per chi contravviene o (ancora una volta) dimissioni ed il ricorso a nuove consultazioni elettorali.
Questo andava fatto e questo si attendevano i cittadini e Città Etica con essi.
Senonché, pare di capire, i politici sono piuttosto allergici ai termini ed al linguaggio che usiamo, ovvero ad espressioni del tipo: “dimissioni”; “dialogo”; “programmi”; “spersonalizzazione della politica” e tutte quelle altre amenità di cui Città Etica va blaterando nei suoi documenti ed, in primo luogo, nel Codice Deontologico dell’Agire Politico che abbiamo proposto ai vari gruppi politici ottenendone somma indifferenza.
Questa la situazione per come la vediamo noi.
Probabilmente sbagliamo su molte cose e, per questo, invitiamo tutti i responsabili dei partiti e delle liste che si sono iscritti nell’Unione di Centro-Sinistra a fare quello che non hanno saputo fare fra di loro, ovvero confrontarsi su questa specifica questione, dialogare con noi e dare, se lo ritengono, delle risposte.
Vorremmo inoltre invitarli poiché riteniamo che non sia ancora troppo tardi a riconsiderare le scelte fin qui fatte per fare ciascuno…. un passo indietro.
Chissà che questo non gli consenta di fare molti passi avanti per se stessi e per tutta la collettività.
Potranno ancora scegliere di ignorare tutte le considerazioni che abbiamo, fin qui, elaborato ed andare avanti divisi ma di ciò si assumeranno tutta la responsabilità politica con la prevedibile disfatta alle elezioni amministrative e durante i prossimi anni di governo consegnato al centro-destra.
APPELLO DI CITTA' ETICA ALL’UNIONE DI PACHINO
mercoledì 8 marzo 2006 1.00
Nel breve volgere di una mezza stagione siamo stati increduli testimoni della nascita di una speranza e del tramonto della medesima.
In maniera fragorosa, e sotto l'alto patrocinio di una figura come quella di Rita Borsellino, abbiamo visto la nascita dell'Unione a Pachino.
Segni confortanti erano già venuti da una non indifferente partecipazione popolare ai due eventi delle primarie nazionali e regionali, ma siamo stati (pur se un poco scettici) piacevolmente spiazzati dal raggiungimento di un accordo che ha coinvolto tutte le forze di centro sinistra, compreso alcune che avremmo fatto fatica a collocare colà.
Certo, qualche perplessità ha fatto capolino fra I nostri pensieri, tipo:
a) ma è etico (noi siamo un po’ fissati con l'etica) che forze e uomini che si sono schierati ed hanno sostenuto un amministrazione (???) di centro-destra facciano il classicissimo salto carpiato verso altre sponde, il tutto senza neanche l'ombra di un autocritica o come massima espressione di umiltà sostenere che erano sbagliati gli alleati (non loro!?!?)?;
b) può decollare un alleanza che lascia (volutamente?) in bianco le caselle di Sindaco, Giunta e Programma, ovvero i nodi cruciali, sapendo, ogni componente dell’alleanza medesima, che sarà su quei temi che non ci si accorderà mai?;
c) è giusto, alla luce delle "macerie" amministrative e politiche ereditate, continuare e riproporsi ed a riproporre uomini che alla politica hanno già dato tutto quello che avevano da dare (poco o tanto che sia) e molto difficilmente hanno nuove idee o risorse intellettive da spendere?
Queste, dicevamo, alcune delle perplessità che hanno attraversato i nostri pensieri alla nascita dell’Unione Pachinese.
Le abbiamo volutamente accantonate ed imbavagliate dicendoci ... "abbiamo un alleanza, uno strumento di riscatto, uomini, se non nuovi, almeno volenterosi".
Oggi assistiamo alla triste realtà.
Gli "uomini volenterosi" litigano e spaccano l'alleanza.
Cerchiamo di capire su cosa.
Principalmente per reciproca diffidenza.
Le diverse anime della coalizione, evidentemente, mal sopportano di avere una comunanza d'interessi con chi si ritiene diverso. A questo si aggiunga una ormai anacronistica contrapposizione ideologica, come se avesse ancora un senso discutere di comunisti e non. Ancora, in tema di diffidenza , occorre aggiungere quella che, in ambito locale, gioca più di tutte, ovvero quella verso la persona.
Si diffida di tizio o di caio sulla base della storia personale.
Ma è proprio su questo che occorrerebbe chiarirsi, ancor prima di stringere patti. Come?
Molto semplicemente accordandosi su una linea di totale rinnovamento, ovvero argomentando: "... Tu sei coordinatore, responsabile, o qualunque altra cosa tu sia, in rappresentanza del tuo gruppo politico. Però hai anche avuto esperienze politico amministrative quanto meno imbarazzanti in altri schieramenti nonché responsabilità dirette nella disamministrazione.
Io non ti osteggio ed accetto un alleanza con te a patto che tu dia un segnale di discontinuità con il tuo passato politico, che non può semplicemente ridursi al fatto che prima ti dichiaravi nero ed ora sei bianco o (al limite) rosellino. Devi dichiarare di volerti impegnare nell'alleanza politica mettendo a disposizione il tuo lavoro e senza rivendicare posti per te personalmente o per chi ha avuto esperienze analoghe alle tue. Semmai proponendo (e mai rivendicando) nomi nuovi, puliti e (possibilmente) competenti."
Questo, per essere chiari, è quanto avrebbe dovuto esigere la parte sinistra dell'Unione prima di firmare accordi.
Per quanto riguarda la parte "centrista" ovvero quella sicuramente non ideologizzata (tant'e` che riesce a stringere alleanza a "oriente" ed a "occidente" con grande naturalezza) è anch'essa diffidente verso una sinistra che, complice la caccia alle streghe del tam tam mediatico nazionale scatenata dalla peggiore figura di statista (!?!) che l'Italia abbia mai avuto, non riesce a scrollarsi di dosso l’idea che chi sta a sinistra sia solo un pericoloso "comunista", cioè un "mangiabambini".
Inoltre, la parte "centrista" ritiene di essere "brava a fare politica" e di avere un “grande serbatoio di voti”, caratteristiche che le darebbero posizioni di leadership all'interno dell'alleanza e quindi il diritto a dettare linea politica ed a scegliere gli uomini.
Ma, direbbero nella Capitale, "leadership … ddde` che`?".
Crediamo che non si sia compreso pienamente lo stato di degrado a cui siamo giunti e quello maggiore a cui saremo destinati se si ritiene di poter ancora fare politica "alla vecchia maniera" ovvero con le sottigliezze, i tranelli, i litigi, le rivendicazioni di posti, la “coltivazione del proprio orticello”, le diffidenze e le spaccature che l'Unione di Pachino sta esibendo.
Per questo Città Etica le chiede di ricominciare.
Si chiariscano le diffidenze, si diano le garanzie di discontinuità, si mettano da parte le aspirazioni personali, si scelgano uomini nuovi, onesti, capaci e gli si chieda di agire ….. eticamente.
Premio Produttore Cinematografico
mercoledì 8 marzo 2006 1.00
Il premio al produttore consiste nel segnalare e premiare un produttore italiano indipendente che nel corso della sua carriera si sia distinto nel produrre e promuovere un cinema di qualità e che abbia sostenuto e fatto emergere il lavoro di nuovi autori.
Il premio fa parte del programma del Festival Internazionale del Cinema di Frontiera che tutti gli anni viene presentato nel corso della manifestazione che si tiene a Marzamemi alla fine di luglio.
Morando torna a Pachino
martedì 21 febbraio 2006 1.00
“La Reviere” costituisce una forma di conoscenza più profonda di quella tecno-scientifica perché: ”attinge a quegli stati dello spirito umano che questa non riesce a modificare” ( così Bachelard ).
Tuttavia l’arduo, certamente per me, cammino dell’Arte non si è lasciato interrompere dalla contemplazione affascinata delle vetrine illuminate (e affascinanti) della Via percorsa.
Mi hanno chiesto più volte come io abbia fatto a percorrere il secolo trascorso: ho risposto di come abbia costruito un ponte che lo ha scavalcato; come un Arco dal quale ho assistito alla vicenda tragicomica della cosiddetta Arte Contemporanea.
A questo punto mi fu rimproverata una mancanza nel coinvolgimento del mio quotidiano e contemporaneamente nella considerazione degli storici avvenimenti che hanno in maniera copiosissima, forse più che qualunque altro secolo, costellato il percorso del ‘900…
Ma, contemplare, non vuol dire essere indifferenti, non lasciarsi coinvolgere non vuol dire disinteressarsi, e piangere non vuol dire abbandonare: e dunque?
Dall’osservatorio, non certo comodo, dell’arco della mia storia, ho come vissuto in un sogno l’abbraccio della Piovra e il suo viscidume ha impedito che ne fossi stritolato.
Il mio “Tractatus”, fu un’esperienza di rigore contemplativo che, per mezzo della contemplazione dell’Uno e del Punto mi fece ancor più comprendere come la “Legge” fosse alla base del “Fare”: l’Istinto senza Legge è destinato ad appalesare le patologie dell’Arte che la Legge stessa sublima nel rapporto con l’assoluto…
Ma questa è un’altra storia che vorrebbe ampia chiarificazione…che non mancherà…
Mi chiesi: quale potrebbe essere una passibile soluzione ai problemi di questo mondo?
Domanda importante, che ognuno di noi s’è fatto almeno un paio di volte nella propria vita. Non vi è alcuna risposta in merito se non nelle considerazioni delle motivazioni.
Fare un “manifesto” contro la fame nel mondo, contro la guerra, contro la decadenza (cosiddetta) dei valori-sociali, spirituali, etici, non porta ad alcuna soluzione, mi è sembrato, anzi, come un compiacersi di tali negatività se non addirittura, sfruttare a fini deviati, quali le politiche pratiche o personali interessi:
e quindi?
L’unico mezzo che ho trovato è stato convincermi del “Principio”: di ciò che ha fatto della Storia ciò che è stata la Storia stessa e mi sono convinto che il Principio di ogni cosa non è altro che l’Esperienza Mentale. Per cui tutta la conoscenza e quindi, di conseguenza, l’azione deriva dall’Esperienza Mentale.
La facoltà di operare questa unione fra l’Immagine e la Realtà fu conosciuta dai nostri avi e amata e codificata e schematizzata e “poetizzata”e affidata al racconto.
In questo racconto dei racconti: in questo stato primordiale del rapporto di noi con noi stessi (di me con me stesso) rimane la sintesi di tutta la Verità della realtà.
I metodi del “fare”poi, sono molteplici.
Grazie, Giuseppe, per queste riflessioni.
Macerie parte II
mercoledì 1 febbraio 2006 1.00
La recessione
Dalla paralisi amministrativa discende la grave fase recessiva che si registra, in primo luogo, in agricoltura, laddove neanche una amministrazione (sulla carta) particolarmente vocata e nata sotto l’egida di una spiccata specializzazione, è riuscita a dotare il settore di adeguate infrastrutture o a creare “sinergie” (per usare un termine molto caro a tanti politici da strapazzo).
Quel che il settore è riuscito a fare, lo ha fatto solo con gli sforzi (e gli indebitamenti) dei privati: imprenditori grandi e piccoli, associati o meno, per i quali l’esercizio dell’agricoltura più che una professione assume purtroppo le caratteristiche di un gioco d’azzardo, carico com’è di rischi, ed a fronte del quale non vi è, da parte pubblica, la benché minima copertura.
Neanche a parlare poi di attenzione rivolta ad altri comparti produttivi; cosicché,
a) per l’artigianato non sono previste (a differenza che in molti altri comuni) aree ad esso specificamente destinate per svilupparsi,
b) il commercio muore sotto i colpi della grande distribuzione allocata altrove
c) il turismo è quella strana cosa che si manifesta in estate esclusivamente nelle forme di migliaia di posti letto in case in affitto sul litorale quasi del tutto cementificato e con impatto occupazionale prossimo allo zero o, peggio, sotto forma di invasione di campers dotati di tutto (spesa fatta altrove compresa) attratti dall’unico posto in Europa dove è consentito il campeggio assolutamente libero.
L’indifferenza dei cittadini verso la politica.
Volendo tracciare un identikit del nostro cittadino medio restiamo perplessi di fronte alla dualità che lo stesso manifesta.
Pachino risulta essere oggi una città dove ferve ogni sorta di associazionismo e si tratta, nella grande maggioranza dei casi, di associazionismo che opera nel sociale e che trae le sue energie da attività di volontariato.
Lo stesso Cittadino Medio manifesta però una assoluta indifferenza nei confronti della Politica. E’ una indifferenza condita da indolenza, da una atavica fatalistica accettazione di fatti che - ne è convinto - non può influenzare, e, soprattutto, da una sfiducia totale nei confronti tanto del sistema che degli uomini che si propongono di fare politica.
Vista poi la qualità media degli uomini che si propongono, difficile dargli torto.
Ma il problema non è questo.
Il vero problema è che, con la sfiducia il cittadino medio chiude le porte alla politica lasciandola proprio in mano a chi ha poche qualità per esercitarla o intende farlo solo a proprio uso e consumo.
Inoltre, a chi verrebbe mai in mente di chiedere conto al consigliere comunale Tizio di come ha votato sulla proposta di deliberazione di Bilancio? e se ha preso la parola in aula? e quali rilievi ha mosso?
Il nostro cittadino medio si limita a dare il proprio voto, finanziare lo sfascio (quando non è intento ad evadere i tributi locali), e tenersi pronto a ridare il medesimo voto al medesimo amico/compare/parente ad ogni nuova tornata elettorale.
La classe politica (ovvero i Nuovi Barbari)
Il termine utilizzato per definire la classe politica locale “Nuovi Barbari” sembra un po’ forte, ma come definire diversamente chi non ha risolto nessuno degli innumerevoli problemi della città, che ha reso incolmabile la distanza tra cittadino e politica, che ha degradato la politica stessa riducendone progressivamente le funzioni per giungere fino a quella che é oggi, ovvero, un incessante comporsi e scomporsi di labilissime alleanze messe su esclusivamente per guadagnare visibilità, poltrone, incarichi, influenza e potere e "chi se ne frega!".
Beninteso, nessuno si illude che queste attività non facciano, anch’esse, parte della politica, ma ci troviamo in una situazione nella quale l’esercizio della politica si è ridotto solo a questo.
Un esempio per tutti viene dall’esperienza dell’amministrazione Barone.
Quante energie, tempo ed impiego di risorse umane sono occorsi per tessere le infinite trame, diatribe e manovre che, nel complesso, hanno partorito il mirabolante numero di oltre 50 assessori?
E quanti benefici sarebbero derivati alla città, se tutte queste energie fossero state impiegate per fare le cose che interessano realmente, ovvero, per semplificare, le famose strade, scuole, servizi, ecc...?
Questo non é avvenuto e le stesse persone che hanno preso parte attiva in tutto ciò (amministratori, consiglieri comunali, dirigenti di partito e di liste civiche) sono pronte a ripartire per riproporsi convinti come sono di non avere partecipato allo sfascio ma che lo sfascio l'ha provocato qualcun altro. Nessuna autocritica... nessun pudore.
Il massimo che si potrà ottenere sarà un riciclarsi sotto altre insegne (partiti) o magari radunando clan (parenti e amici) in qualche nuova e luccicante lista civica.
Non ne abbiamo avuto abbastanza?
INCONTRO 27 GEN: discorso del presidente
martedì 31 gennaio 2006 1.00
Città Etica nasce a Pachino il 21 Ottobre 2005 per opera di un gruppo di cittadini disposti ad impegnarsi per una società basata su un equilibrato rapporto tra gli uomini, e gli uomini e la natura, per la pace, la solidarietà, la tolleranza tra i popoli e per un modello di sviluppo fondato sull’uso appropriato delle risorse naturali ed umane.
Il movimento oggi annovera tra i suoi aderenti una nutrita presenza di donne e di giovani che credono sia giunto il momento di unire gli sforzi
. per ridurre le distanze esistenti tra i cittadini e le istituzioni, e soprattutto
. affinché il bene comune prevalga sugli interessi dei singoli individui, cercando di sostenere i più
Deboli
in un ambito territoriale che abbraccia il Sud-Est della Sicilia.
In ambito politico, Città Etica si riconosce nell’attuale linea politica tracciata dalla coalizione del-
l’ UNIONE, lasciando ai singoli associati di scegliere liberamente, l’eventuale appartenenza ad uno dei partiti che compongono tale coalizione.
Il nostro movimento ha dato vita, insieme ad altri, al Comitato per Rita Borsellino Presidente, ponendosi in prima linea in occasione delle primarie indette dal Centro-Sinistra ed ha voluto con determinazione la realizzazione dell’incontro di questa sera.
Da qui, discende con chiarezza, la rinuncia ad essere una nuova formazione politica, per diventare un punto di riferimento attivo, di studio, di analisi, di proposta e di denuncia, cui i partiti possano rapportarsi tutte le volte che lo ritengano opportuno.
Un laboratorio, quindi, in cui far circolare liberamente le idee, le capacità e le esperienze degli associati. Un processo che deve concretizzarsi nella formulazione di programmi e progetti atti ad affrontare i problemi che affliggono la società civile.
A tal fine Città Etica ha realizzato i seguenti incontri:
- La politica al Femminile, che si prefigge di tradurre in proposta politica le idee e le proposte rivenienti da parte delle donne
- Tonino Solarino, analisi di un percorso politico
E’ stato redatto e divulgato attraverso un volantino, un breve Codice Etico cui secondo noi dovrebbe attenersi chiunque voglia assumere responsabilità in ambito politico.
Ci siamo occupati della situazione politica pachinese, pubblicando i risultati di una nostra analisi “Macerie” che riteniamo sia un punto di riferimento per coloro che vorranno assumere responsabilità per amministrare, cui seguirà nei prossimi giorni, una prima proposta da cui trarre indicazioni sul programma e sul futuro candidato Sindaco di questa città.
Di recente è on-line il nostro sito: www.cittaetica.it che diventerà uno strumento per comunicare le iniziative in corso e per far circolare le nostre idee, un luogo dove potersi incontrare e dibattere i temi a noi più cari.
Tra le tante iniziative in cantiere, voglio citare quella a cui è stata data priorità nel corso dell’ultima assemblea dei soci di venerdì scorso: la realizzazione di un corso di formazione per chi vuole iniziare a fare politica.
Mi accingo a concludere ricordando che:
Città Etica cercherà di ottimizzare le capacità e le esperienze dei singoli associati e di finalizzarle alla costruzione di una società che ponga al centro dei suoi diversi interessi la centralità dell’uomo, dei suoi valori.
Pace, rifiuto della forza e dell’arroganza, rispetto dei diritti e dei doveri, trasparenza negli atti e nei comportamenti, la famiglia, il lavoro, l’onestà e la dignità, l’attenzione alle diversità, diventano per il “Cittadino Etico” principi chiari ed indiscutibili che devono orientare l’azione dei singoli soci e conseguentemente dell’associazione.
E per questo, Città Etica è impegnata a ricercare alleanze e collaborazioni con altre aggregazioni che condividono tali principi.
| inviato da
Pachinos il 30/3/2009 alle 0:56 | |